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      • Pubblicato il 30 lug 2024
      • Ultima modifica 30 lug 2024
    • 5 min

    Nearshoring, rilocalizzare le attività di impresa

    Rivedere le proprie catene di approvvigionamento privilegiando fornitori di prossimità è una tendenza sempre più in voga tra le PMI: scopriamo insieme per quali motivi.

    Nearshoring, rilocalizzare le attività di impresa

    Negli ultimi anni le difficoltà riscontrate nelle catene di approvvigionamento hanno messo in luce quanto possano essere vulnerabili le reti globali e, di contro, quanto possa essere utile adottare una strategia di nearshoring per adattarsi in modo versatile e resiliente agli eventi più imprevisti, riducendo il rischio di approvvigionamento e generando un impatto ambientale positivo.

    A confermare tale tendenza è stata una recente ricerca condotta da Gartner, che ha svelato come sempre più piccole e medie imprese si stiano spostando verso fornitori di prossimità.Si tratta di una conferma di quanto già in atto da qualche anno, con il nearshoring che è diventato rapidamente uno degli approcci più gettonati dai professionisti della supply chain, che in gran parte hanno in programma il trasferimento dei fornitori presso Paesi vicini.

    I motivi? Sempre secondo il report di Garnter, la rilocalizzazione delle attività di approvvigionamento è frutto proprio delle esperienze insoddisfacenti delle reti globali che si trovano in condizioni di mancanza di scorte e di difficoltà economiche.

    A ciò si aggiunga però anche il ricorso a una ripresa green dopo la crisi pandemica, con la spinta verso produzioni più locali al fine di ridurre le emissioni nocive causate dal trasporto globale. Un tema sempre più importante per l’industria logistica, sebbene – occorre evidenziarlo – sembra esserci una discordanza non marginale tra le parole e le azioni: un sondaggio condotto da Hermes Germany tra i responsabili della logistica afferma infatti che, sebbene il 67% abbia dichiarato che gli aspetti della sostenibilità rivestono un’importanza molto elevata o elevata per la gestione della propria supply chain, solo il 31% registra le proprie emissioni di CO2 e solo il 25% sceglie consapevolmente un’offerta pienamente sostenibile nel momento in cui seleziona i propri fornitori di servizi.

    Nearshoring, rilocalizzare le attività di impresa

    Si consideri inoltre che nonostante le ricerche qui riportate riguardino il mercato internazionale, è anche vero che in Italia ci sono dei segnali che sembrano confermare il crescente ricorso al nearshoring, anche da un punto di vista istituzionale, come dimostra la creazione del Centro italiano per il design dei circuiti integrati, che sta cercando di contenere il rischio di una nuova crisi come quella vissuta nel settore dei semiconduttori nel biennio 2021/22, promuovendo la progettazione e lo sviluppo dei circuiti integrati e assicurando la nascita di una rete di operatori (Università, centri di ricerca, imprese) che favorisca l’innovazione e il trasferimento tecnologico nel settore.

    Che cos'è il nearshoring?

    Tutto ciò premesso, può essere utile soffermarci su alcune definizioni e spunti interpretativi. Definiamo dunque il nearshoring come una forma di offshoring a cui si sta facendo crescente ricorso, nella quale un'organizzazione ottiene risorse da un Paese vicino per completare i suoi processi produttivi.

    Per molte aziende, il nearshoring è in grado di combinare i migliori vantaggi dell'outsourcing onshore e dell'outsourcing offshore, sfruttando i benefici derivanti dal disporre di vicinanze, culture e abitudini commerciali simili a quelle del proprio brand, ma a costi più accessibili o a condizioni più convenienti.

    Non solo. Il nearshoring è in grado di portare benefici alla propria azienda anche in termini operativi e strategici: permette infatti di attingere a un bacino di risorse più ampio rispetto a quello disponibile nel proprio territorio d'origine, senza però i rischi di un approvvigionamento di lunga estensione.

    I benefici del nearshoring

    Tutto ciò premesso, può essere utile cercare di schematizzare quali siano i benefici del nearshoring, al fine di comprendere in modo ancora più consapevole poiché tante PMI stiano attingendo a tale tendenza:

    • riduzione dei costi: rispetto all’approvvigionamento locale, il nearshoring permette di risparmiare sui costi delle risorse spostando le proprie attività in un Paese in prossimità in cui spese e oneri siano più contenuti;
    • comunicazione: rispetto alle operazioni di più lunga distanza, la vicinanza geografica facilita la comunicazione tra le aziende e i propri team nearshore, conducendo a una migliore collaborazione, una maggiore efficienza e una riduzione degli errori;
    • flessibilità: il nearshoring può anche offrire una maggiore flessibilità nell’approvvigionamento delle risorse, poiché di norma sarà possibile aumentare o diminuire le dimensioni dei team nearshore o gli approvvigionamenti dai partner di prossimità in modo più elastico;
    • rapidità: se le attività di approvvigionamento vengono svolte in un Paese vicino, i tempi di consegna dei prodotti e dei servizi sono generalmente più rapidi, generando un vantaggio significativo per le aziende che operano in settori competitivi;
    • qualità: rispetto all’approvvigionamento da Paesi lontani, di norma i Paesi vicini riescono a garantire una maggiore qualità per molte tecnologie di base e avanzate. È anche possibile effettuare un controllo qualitativo più costante, migliorando così il livello di efficienza complessivo della fornitura;
    • accesso a nuovi mercati: il nearshoring può anche aiutare le aziende a penetrare su nuovi mercati nei Paesi vicini, conducendo a una potenziale crescita delle vendite e a una maggiore redditività.
    I benefici del nearshoring

    Differenza nearshoring, reshoring, onshoring e offshoring

    Non è raro che l’esposizione interpretativa al nearshoring possa aprire qualche margine di confusione con altri termini che, invece, indicano delle valutazioni strategiche ben differenti.

    Per esempio, abbiamo visto che il nearshoring è una tendenza a delocalizzare alcune operazioni in Paesi vicini, bilanciando i risparmi sui costi e la vicinanza territoriale quali principali benefici di questo approccio. Di contro, il reshoring – altra tendenza in forte vigore - è una strategia che tende a riportare le operazioni nel Paese d'origine, privilegiando il controllo locale rispetto alla riduzione dei costi, spesso per considerazioni legate alla qualità e alla catena di fornitura.

    Altre differenze sussistono poi nei confronti dell’onshoring, in cui un’azienda sceglie di mantenere le operazioni all'interno del Paese d'origine, privilegiando il controllo diretto e locale, anche a fronte di sostenere così più elevati. Approccio opposto per l’offshoring che, invece, sposta le attività in sedi estere lontane, principalmente per ridurre i costi della manodopera nonostante una maggiore separazione geografica e logistica.

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